lunedì 23 agosto 2010

Sii bella e stai zitta?




Lo so.

L'immagine d'apertura che ho scelto non comunica sentimenti positivissimi. L'ho scelta dal mio archivio, era nella cartella Triennale Bovisa, ed è pure vecchia (?), del 2007.

Ma mi ha colpita, mi sono fermata su di lei, si è imposta. Ok, fittava con il blu carta da zucchero scelto per il titolo del blog. Non solo.

Credo rappresenti un po' come molte donne italiane si sentono in questo periodo, sotto la frangetta.

Sguardo basso: troppe brutture in giro, difficile sostenerne la vista.
Un solco tra le sopraciglia, dove dovrebbe stare il terzo occhio: non riesco a smettere di pensare, e a volte vorrei essere scema.
Labbra socchiuse: conterà qualcosa quello che dico? Qualcuno mi sente?
Una lacrima: mi è uscita così, non volevo essere drammatica, ma qui le cose si stanno mettendo male.

Questa estate come lettura da ombra ho scelto Sii bella e stai zitta di Michela Marzano. 
Me lo sono portato in giro come un mini manifesto su un'isola greca di nicchia, come avevo fatto nel 1998 con Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, tenuto in grembo con fierezza mentre stavo alla cassa della mostra Rosso Vivo al PAC di Milano (il mio primo lavoro milanese, ho imparato molto).
L'ho divorato in due giorni, Sii bella e stai zitta, perdendo un paio di diottrie nella luce d'Agosto.
Parla di noi. E mette insieme molti temi che sono emersi negli ultimi anni, poi esplosi nell'ultimo anno mediatico: l'uso e l'abuso del corpo femminile, la manipolazione del ruolo della donna nella società contemporanea, la difficoltà per gli uomini di accettare questi cambiamenti.

Non posso definirmi femminista, dato che sto ancora cercando di capire che significato questo termine possa avere oggi, qui.

Intendo nell'Italia degli Anni Dieci.

Quello che so è che ho sempre dato per scontato di avere tutte le libertà e le opportunità dei miei amici maschietti, dall'asilo, all'università, al mondo del lavoro, nelle mie relazioni affettive e nelle mie passioni.
Quello che so è che ho sempre amato il mio corpo, l'ho sempre curato e mi è sempre piaciuto essere guardata. Non ho mai vissuto una dicotomia tra la mia intelligenza e il mio aspetto.

Temo però che mentre io giravo il mondo e crescevo forte di queste certezze - acquisite come per scienza infusa o ereditate tramite DNA dalle conquiste della generazione di mia madre - qualcosa si sia inceppato nel flusso della storia, forse qualcuno o qualcosa (come diceva Hitchcock in bianco e nero introducendo i suoi telefilm) ha mescolato le carte a mia insaputa, perchè oggi mi ritrovo un po' meno certa, più traballante.

E non credo che sia la PMS o i sintomi di un leggero ipotiroidismo, anche se siamo fatte di ormoni, in the end.

Credo piuttosto di essermi distratta troppo a lungo e ora è venuto il momento di parlarne apertamente.

What's up, ladies?

Vorrei pensarmi come una Donna Alpha: una nuova generazione di donne che sappia tenere insieme tutto, con consapevolezza, e che sappia difendere i risultati raggiunti, senza spaventare nessuno. Se proprio non è necessario.

Siate belle e parlate.

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