lunedì 4 ottobre 2010
Libere di fare qualcosa
Ieri sera ho sfoderato le mie risorse passive-aggressive per entrare al pelo al Teatro Franco Parenti e assistere all'unico spettacolo milanese della mini-pièce Libere, di Cristina Comencini, dialogo in sala d'aspetto tra la matura Lunetta Savino e la ragazza Isabella Ragonese.
Ho rischiato seriamente di rimanere fuori insieme ad altre 200 donne, i posti disponibili nella sala 'grande' erano solo 500. A Torino, venerdì sera, pare che a rimanere fuori siano state ancora di più.
C'èra anche qualche uomo tra il pubblico, spuntavano sparuti qua e là, ho intravisto sia visi lisci che ciuffi canuti, un paio hanno pure preso la parola.
Che donne c'èrano nella sala grande?
Molte cinquanta-sessantenni, quelle che il femminismo l'hanno vissuto e forse più sgomente di fronte all'involuzione attuale.
Parecchie trentenni, quelle più disorientate, generazione di mezzo, eterno limbo.
E poche ventenni, che invece sembrano più combattive e determinate, ma - a sentire la vecchia guardia - è solo una questione di tempo: illusione giovanile pronta a subire la mazzata a breve (notato un certo ottimismo).
A organizzare la serata il gruppo Di Nuovo
Di Nuovo
nato da circa un anno a Roma come reazione alle ultime vicende politiche ad alto tasso di maschilismo (D'Addario&Co) e che ha prodotto un documento di sintesi sullo stato di malessere delle donne italiane di oggi e la voglia di ricominciare a pensare un movimento femminile italiano:
Documento Di Nuovo
Ieri sera è stata una serata importante. Il teatro ha un linguaggio che veicola pensieri ed emozioni in modo diretto. Parla a tutti, mette tutti a nudo, senza l'apparato retorico del politichese (che tradizionalmente dice poco e ultimamente è sfociato nel nonsense).
Mettere in scena il dialogo tra le due generazioni - quella che si è già ribellata e che ricorda con nostalgia i momenti e lo spazio di condivisione e quella che ha ereditato le conquiste precedenti dando la parità per scontata e che si è scontrata con un mondo dove tutto invece era rimasto come prima - è un inizio.
Ricominciare a parlare, prima di tutto.
Confrontarsi, condividere, al di là degli individualismi.
Perchè il problema in Italia è stato anche questo: a una prima fase di ribellione - che ha portato leggi importanti come quella sul divorzio e l'aborto - è seguito uno stallo.
Mentre negli altri paesi europei le donne hanno continuato il processo di cambiamento, anche tramite l'attività politica, in Italia qualcosa si è inceppato, i successi sono rimasti soprattutto nella sfera individuale.
Cosa ovviamente importantissima, ma non sufficiente per cambiare una società, soprattutto in un paese con fattori-contro alla radice: cultura mediterranea patriarcale e Vaticano in casa.
In Italia, lo sappiamo, ci sono moltissime donne in gamba, che hanno fatto carriera in campi molto diversi e che hanno raggiunto posizioni influenti.
Tante donne alpha, insomma.
Ma non c'è stata una controparte a livello di rappresentanza politica e lo Stato è rimasto indietro rispetto al privato.
Perchè in Europa le donne possono contare su stipendi paritari, possibilità di part-time dopo la maternità, strutture diffuse e di qualità per potersi permettere di continuare a lavorare anche se si è scelto di diventare madri? (io in Europa ci ho lavorato, e posso garantire che è tutto vero! Non c'è bisogno di fare le eroine e massacrarsi tra casa e lavoro!)
Quindi: prima dobbiamo riprendere a parlare.
Poi però dobbiamo fare qualcosa, perchè così non va.
Io ho aderito a Di Nuovo (basta una email, link dal loro sito) già qualche mese fa e aspetto con curiosità una prima riunione milanese, che Iaia Caputo - referente milanese del gruppo - ieri sera ha promesso per Novembre.
Allora, facciamo qualcosa?
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Grazie Elena. Io ci sono, anche a costo di fare l'eroina tra lavoro, casa e riunioni in attesa di tempi migliori. Corro ad aderire. Barbara
RispondiElimina@Barbara: se c'è qualcuna che può fare qualcosa sei tu!
RispondiEliminaPresente! Angela
RispondiElimina@Angela: un'altra incontournable!
RispondiEliminaElena: la tua fiducia in me mi commmuove. E preoccupa!Barbara
RispondiElimina@Barbara: vuoi negare di avere una coscienza politica superiore alla media? Ma non vorrei responsabilizzarti troppo! :-)
RispondiEliminaciao, mi son letta il tuo blog e mi piace molto, oggi sono in partenza ma intanto ti linko al mio sperando non ti dispiaccia...alla prossima con un po' più di tempo per uno scambio di opinioni!
RispondiElimina@unaltradonna: ciao! grazie! hai fatto bene, linko a mio volta, bisogna favorire lo scambio. adesso mi vado a leggere un po' di tue cose. a presto.
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