giovedì 17 febbraio 2011

Doppia Nemesi

 


Le parole in Italia hanno perso peso, significato, sono diventate intercambiabili all'infinito, sono esseri mutanti.
Ci fluttuano in testa come un pay-off pubblicitario o un tormentone estivo e non sappiamo da dove sono venute, chi le ha inventate.

LEGITTIMO IMPEDIMENTO
PROCESSO BREVE
BUNGA BUNGA
DISCESA IN CAMPO
CONTRATTO CON GLI ITALIANI
TOGHE ROSSE
LINCIACCIO MEDIATICO
GOLPE DELLA MAGISTRATURA
FARE CAUSA ALLO STATO
...

Ce lo ha ricordato Gianrico Carofiglio nel saggio divulgativo La manomissione delle parole, uscito a fine 2010.

Ce lo espone Barbara Spinelli in questi giorni dalle pagine di Repubblica, con i suoi editoriali lucidissimi:

La Fattoria degli italiani

Il papi padrino

Tutte le società delle economie mature, e sempre più anche di quelle emergenti, sono diventate società dell'immagine. Non è certo un fenomeno italiano. O recente.



Se però all'importanza strategica della superficie delle cose, della bella patina, dei sorrisi perenni a cinquanta denti, delle belle facce e dei bei corpi - come dice anche Michela Marzano in Sii bella e stai zitta - si aggiungono la manomissione e la volatilità delle parole, si crea un humus ideale per deragliamenti dittatoriali. Di nuova generazione, of course.

Hitler aveva al suo fianco un architetto, Albert Speer, il più grande stratega di marketing e comunicazione della storia recente.


Senza finire intrappolati in analisi superficiali della simbologia del potere (politico e religioso, cito solo tombe di faraoni e chiese romaniche) e di regime (tutti i regimi, a destra e a sinistra), basta riprendere in mano 1984 di Orwell, pubblicato nel 1949.

La neolingua serve all'ideologia di Partito - il Socing - per fondare una nuova realtà e una nuova verità.

Ce lo ha fatto notare anche Gustavo Zagrebelsky, e non si riferiva al Socing:

La neolingua del Cavaliere

Se in questa surreale e triste Italia degli Anni Dieci siamo intrappolati dentro una neolingua berlusconiana, allora non potranno essere le parole a liberare l'altra metà degli italiani, quelli che non hanno mai messo in discussione la figura del Presidente, che non sono scesi in piazza il 13 Febbraio.
Quelli che non credono ad altro che alla neolingua.

Più facile che possano essere delle immagini a rompere l'incantesimo berlusconiano.

In queste ore si parla di foto del Cavaliere Nudo.
Foto scattate dalle ospiti dei festini di Arcore, nel sotterraneo o nei lettoni di Putin.

Forse a queste immagini scandalose, raccapriccianti, disgustose, di un vecchio satiro aggrappato a carni sode minorenni, l'altra metà degli italiani crederà.

La Nemesi del Cavaliere potrebbe essere dal punto di vista politico Rosy Bindi, ma nell'arena mediatica e nella coscienza di massa, potrebbe essere invece una bella foto nitida del culo flaccido del Cavaliere.

Sarebbe una caduta doppiamente ironica: inferta da una donna, e da un'immagine di sè non approvata.

domenica 13 febbraio 2011

adesso



io oggi c'éro.
c'éro molto.
ok, all'inizio ho avuto un semi attacco di agorafobia e un accenno di reazione isterica all'effetto-scolo degli ombrelli, l'acqua che mi colava a rigoletti giù per la manica.
ma ho tenuto duro, ho inspirato in otto tempi - trattenuto quattro - espirato otto.
mi sono ripetuta sei un animale da piazza, in fondo.

e mi sono guardata attorno.
una volta calati gli ombrelli, ho visto gli occhi delle donne e degli uomini che si ammassavano attorno a me. i bambini sulle spalle. ho guardato a terra, tutti quei piedi.
ho trovato solidarietà nella signora a fianco, che mi ha donato un suo kleenex. me ne voleva dare due, e io ne ho preso solo uno.

e piano piano, le parole amplificate in sottofondo, ho sentito la voce della piazza, gli umori della piazza che oscillavano in ondate ritmate dagli applausi, i cori, le risate.
ho capito la forza di questo magma positivo.

se non ora, quando?
adesso, senza più dubbi.